Associazione Culturale e di Promozione Sociale per la Salute, il Benessere, lo Sviluppo Armonico dell'Individuo nell'Ambiente


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  Da il progetto di televolontariato/lavoro Cultura Solidarietà oltre i limiti dell'Handicap, Massimo Colla, Ass. Efestus (Genova)
Disabilità e telelavoro


I due termini del titolo devono essere qualificati ed in qualche modo ristretti prima di poter procedere: quanto segue, infatti si riferisce solo ad un tipo di disabilità, quella fisica e funzionale e non a quella mentale o cognitiva ed il lavoro considerato è solo quello funzionalmente definito come mezzo per produrre reddito e non quello terapeutico , che faccia riferimento all’ergonomia o alla terapia comunque intesa.

Chiarito questo punto , premessa fondamentale allo svolgersi del ragionamento, indichiamo due altre limitazioni strutturali, altrettanto essenziali e di premessa : il lavoro è solo inteso come lavoro in un gruppo , cioè lavoro all’interno di un gruppo che ha un compito definito e che raggiunge l’obiettivo attraverso una collaborazione di più soggetti, ed infine strutturato – cioè nella chiarezza di compiti ed obiettivi. La caratteristica che deriva da queste premesse è che si distingue dal non telelavoro per la sua modalità (la presenza fisica sul posto di lavoro) e quindi dal grado , notevole, di autonomia delle sue modalità operative : permette perciò di rispettare a pieno le esigenze e le inclinazioni del telelavoratore per quanto attiene ad esempio ai ritmi ed agli orari ( almeno in parte).

Queste differenti modalità hanno conseguenze importanti : possono esplicarsi solamente nell’ambito di un lavoro intellettuale prima di tutto e poi con l’ausilio , fondamentale, di tecnologie appropriate.

Questo ultimo punto è fondamentale : le tecnologia ed i loro strumenti devono essere facilmente disponibili ed anche familiari per il telelavoratore ( perciò poco costose e “ always on “ ) . Perciò non necessariamente legate all’ ambito lavorativo , Fruibili in tutti i momenti e per tutti gli scopi. Familiari e non esoteriche. Giungiamo così al punto centrale: come per tutti i lavoratori anche per il telelavoratore l’ambito lavorativo è la funzione più importante della socializzazione ( nel senso che è nell’ambito lavorativo che si svolgono i più numerosi rapporti sociali) e di conseguenza in essa si svolgono le funzioni principali del vivere sociale : dall’approccio amicale a quello affettivo, a quello politico a quello sportivo o comunque comunicativo – solo una assoluta padronanza del “mezzo tecnico” lo permette. È questa modalità estrema che ci porta la momento finale del ragionamento : il telelavoratore ha , necessariamente, una preparazione e quasi una inclinazione spiccata verso la tecnologia delle comunicazioni. Per lo meno una maggiore familiarità con esse.

Può avere conseguenze importanti : da un ambito di carriera ad un approccio multidisciplinare alla mansione lavorativa , con riflessi molto vasti sul modo di gestire la propria funzione aziendale.

Concludendo, il telelavoratore si caratterizza con una multidiscipinarietà della sua professionalità, rendendolo per natura più adattabile a diverse funzioni ed ambiti nel lavoro; più aperto alla novità e quindi all’innovazione scientifica e tecnologica; meno “ingessato” nella funzione o nel modo di eseguire il compito. E non legato dalle sue caratteristiche personali fisiche – cioè all’handicap.

Il “mezzo tecnico” sopravanza totalmente i limiti ed i vincoli : ad esempio, cosa sapete voi che mi leggete dei miei limiti di handicap , che mi impedirebbero una comunicazione “ normale”? E che questo “mezzo tecnico” mi permette. Nell’ordine io sono : paraplegico, con notevoli difficoltà di parola , e con un braccio al 50% di funzionalità.

Ma ho dettato questo articolo al Dragon Naturally Speaking, che ha imparato la mia dizione, mi accingo ad inviarlo via e-mail ai destinatari ( risparmiandomi tutta le gestione cartacea, per me impossibile) sto contemporaneamente facendo una ricerca sulle funzionalità richieste ad un ambiente protetto ( via internet, naturalmente; i programma mi seleziona gli articoli, li categorizza e li infila in cartelle, ho dato il limite del 2003 e ne sta trovando circa 200 su 8 pubblicazioni) ; mentre ascolto musica ( modern jazz quartet, su Jazz now , delle stazioni di Media Player).
Alle tre del mattino, perché la mia patologia mi rende molto intollerante alla luce del sole.

Questo è quel che intendo, quando dico che il “mezzo tecnico” sopravanza l’handicap. Ma ci vuole accesso al mezzo e formazione all’uso di esso. Cioè investimenti e scelta politica. Ma questa e un’altra storia.

   Blog di Max il Granchio

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