|
|
Marco Revelli "Fuori
Luogo" (Bollati Boringhieri) |
Dopo Antonio Tabucchi, con Gli Zingari e il Rinascimento recensito
sul n. 22/99 del Risveglio Popolare, un altro autore affronta il problema
tra nomadi e citt con un volume scritto con passione ed attenzione,
in una dura accusa alla propria citt.
Ma Fuori luogo di Marco Revelli, professore allUniversit di Torino
e gi autore di Lavorare in Fiat, Le due destre e La sinistra
sociale, edito da Bollati Boringhieri, soprattutto un libro vissuto:
|
Revelli, nei campi nomadi di
Corso Cuneo e di Via Germagnano, unassurda periferia ai
confini tra Torino e Venaria Reale, ha passato giorni e
notti, con i Rom (scacciati dalla Romania dopo la caduta
di Ceausescu che li aveva sedentarizzati con la strana
procedura di offrirgli casa e lavoro dopo alcuni mesi di
carcere) ha parlato, ha mangiato, ha dormito, ha condotto
le lotte per ottenere una vita pi decente, perch adulti
e bambini non morissero di freddo. Ma la Torino della Sindone
e dei milioni di pellegrini, la Torino del mito industriale
e dei santi sociali, del movimento operaio e democratico,
dellinnovazione tecnologica e delle grandi famiglie filantropiche
ha sempre risposto negativamente, ha tentato di rendere
la vita dei Rom insopportabile, affinch se ne andassero
da soli e, infine, li ha rispediti in Romania. Di fronte
agli zingari, alle loro esigenze, alla loro umanit ha soltanto
saputo contrapporre burocrazia, moduli, tribunali, inutili
riunioni e rifiuti. Eppure Torino e Venaria Reale sono governate
da Amministrazioni esplicitamente di sinistra. Purtroppo,
scrive Revelli, ci eravamo abituati a considerare la sinistra
come luogo naturale dellumanesimo, della solidariet, delluguaglianza.
Per chi ci ha creduto, la delusione stata enorme. Oggi
i punti di riferimento sono cambiati, di fianco ai Rom troviamo
gli irregolari dei centri sociali, i volontari dei comitati
dei genitori o gli operatori della cooperazione sociale.
Sono loro che hanno saputo inventare un linguaggio efficace
per entrare in comunicazione con le comunit di Corso Cuneo
e di Via Germagnano, costruendo, insieme alle parole, rapporti
di fiducia, circuiti di reciprocit, embrioni di una rete
di integrazione vera. Con i Rom hanno chiesto la disponibilit
di vecchie scuole abbandonate, nel periodo invernale per
difendersi dal freddo, in cambio della ristrutturazione
degli stabili. Opportunit che lAmministrazione pubblica
ha rifiutato, a s e ai nomadi. Con i Rom hanno richiesto
la possibilit di un lavoro regolare, della scuola per i
propri figli ma sempre ricevendo rifiuti. Lo zingaro puzza,
lo zingaro ruba: sono luoghi comuni difficili a morire.
Costa troppo ai pi il semplice ragionamento che chiunque
non abbia acqua e servizi igienici non riesca a lavarsi
e chi non ha un lavoro, ma ha deciso di sopravvivere, in
qualche modo deve arrangiarsi. Nessuno vuole vederli n
sapere che abitano vicino alla loro casa e lAmministrazione
comunale sa che lelettorato formato dai cittadini che
protestano, non dagli zingari. Gli articoli della Dichiarazione
universale dei diritti umani, che aprono ogni capitolo
del libro, rendono ancora pi stridente la differenza tra
gli intenti e la realt, rendono ancora pi evidente che
sempre pi si tende a tutelare chi gi tutelato e a buttare
a mare chi non ha voce.
Indice
recensioni
|
|
|