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Ong
Dichiarazione delle Organizzazioni non Governative (Ong) Conferenza di Pechino - 15 settembre 1995
 

Traduzione a cura di Marcella Mariani
tratto dal numero 26 de "Il paese delle donne"

 

A dieci anni di distanza dalla Conferenza di Nairobi, nessun governo ha applicato pienamente le "Forward looking Strategies". Viviamo in un mondo segnato dall'aumento di povertà, ineguaglianza, ingiustizia, disoccupazione, una crescita economica che produce distruzione ambientale, guerra, sessismo, razzismo, xenofobia, omofobia e altre forme di discriminazione e violenza contro le donne.Inoltre, l'intrecciarsi di genere, razza e povertà concentrano forme di discriminazione per molte donne di colore.
Noi donne Ong del mondo, ricche della nostra diversità, ci siamo incontrate, insieme ai nostri governi, in una grande conferenza globale, sempre per far luce sulle questioni delle donne e delle barriere esistenti, al fine di raggiungere eguaglianza, sviluppo e pace. Noi crediamo che questi obiettivi possano essere raggiunti se si porrà fine all'oppressione delle donne e delle bambine, attraverso la piena partecipazione delle donne stesse nelle decisioni a livello nazionale e internazionale e con la trasformazione delle strutture sociali, economiche e politiche che oggi sono le responsabili della perpetuazione di povertà, razzismo, ineguaglianza, ingiustizia, disoccupazione, violenza e guerra.
Alla soglia del 50Á anno dalla costituzione delle Nazioni Unite, a dispetto dei numerosi impegni presi dagli stati membri, i diritti umani riguardanti le donne non sono ancora stati rispettati, difesi e definiti come inalienabili, indivisibili, universali.
Le risorse sono state abbondantemente sperperate nelle spese militari senza ottenere né pace né sicurezza in cambio. Il modello di sviluppo dominante e l'economia di mercato globale genera una grande quantità di beni materiali per pochi e l'impoverimento di molti, fa aumentare il numero dei senza casa, il razzismo e la degradazione ambientale, incoraggia un surplus di consumi e la proliferazione delle armi; depauperizza le nostre risorse naturali, inquina aria, acqua e suolo e contribuisce alla violazione dei diritti civili, economici e politici delle donne.
Il modello di crescita corrente non riesce a venire incontro ai bisogni materiali e spirituali dei popoli.
Le donne sono le maggiori consumatrici di ogni economia, ma molto del nostro lavoro non viene riconosciuto ed è sottovalutato. Noi svolgiamo i due terzi del lavoro mondiale mentre guadagniamo solo il 5% delle entrate, il nostro lavoro rappresenta un sostegno invisibile per la prosperità del mondo.
La globalizzazione elle così dette "economie di mercato" del mondo è ovunque la causa dell'aumento della femminizzazione della povertà. Ciò viola la dignità e i diritti umani, l'integrità del nostro ecosistema e dell'ambiente e rappresenta una seria minaccia per la nostra salute. L'economia globale, governata da istituti finanziari internazionali - la World Trade Organization - e le corporazioni transnazionali impongono Programmi di aggiustamento strutturale per i paesi del Sud e ristrutturazione economiche nei paesi del Nord in nome dell'equilibrio fiscale. Il risultato è stato l'aumento della povertà, dei debiti, della disoccupazione. Le riduzioni che ne sono venute nei programmi e servizi sociali, nell'area della salute, dell'educazione e della casa vanno a colpire proprio quelle persone che si intenderebbe aiutare. I media, controllati da corporazioni multinazionali agiscono come strumento di controllo sociale, negando alle donne il diritto ad una libera comunicazione.
Sostenute dalla saggezza delle più anziane tra noi, ispirate dalle donne native dei diversi paesi, caricate di energia dalla gioventù e sostenute dalla nostra sorellanza noi invochiamo la fine di queste condizioni e rifiutiamo di accettarle come inevitabili per il futuro dell'umanità.
I diritti delle donne sono diritti umani.

Ci rivolgiamo a tutti i governi:

Per riconoscere e garantire a tutte le donne uguale diritto a un decente standard di vita, salute, acqua e aria pulita, cibo sufficiente, vestiario e sanità, un'abitazione adeguata, adeguata sicurezza e assicurazione sociale, educazione e assistenza legale, così come stabilito nell'accordo dell'International Covenant of Economic, Social and Culture Rights.
Per un'azione immediata riguardo alla cancellazione dei debiti multilaterali, per rafforzare la responsabilità delle istituzioni finanziarie internazionali e assicurare che tutti gli accordi di lavoro internazionali rispettino la legislazione sui diritti umani, gli standard internazionalmente riconosciuti in materia di lavoro e la protezione dell'ambiente. I diritti economici sono diritti umani.
Per porre fine ai movimenti migratori, all'accumulo e commercio di scorie radioattive rischiose e tossiche.
Per promuovere e usare scienza e tecnologia per scopi di pace, centrati sulla persona e sullo sviluppo sostenibile e ecologicamente sano.
Per incoraggiare, non ostacolare, la libera espressione, la piena partecipazione e il pieno accesso delle donne disabili in organizzazioni governative e non governative locali, nazionali, internazionali.
Per riconoscere e incrementare iniziative di donne povere ed emarginate, includendole a pieno titolo nella pianificazione e distribuzione delle risorse.
Non equivocare o imporre credenze religiose o pratiche che appartengono alle tradizioni delle donne in modo da negare loro diritti umani inalienabili. Noi chiediamo anche l'abolizione di tutte quelle leggi e pratiche che negano alle bambine e alle donne uguali diritti e non consentono uguali diritti in questioni di successione ed eredità. Rettificare leggi sulla proprietà intellettuale così da rendere le donne indigene le prime beneficiarie dell'uso commerciale della loro conoscenza. Rifiutare il militarismo in tutte le sue forme e creare una cultura di pace e di diritti umani. Gli 800 miliardi di dollari che si spendono annualmente debbono essere riconvertiti per scopi di pace, per trasformare la produzione militare a fini socialmente utili. I governi debbono abolire le armi per la distruzione di massa vietando esperimenti, vendita e stoccaggio di materiale nucleare, chimico, biologico e ogni altro armamento. La produzione, vendita ed uso di tutte le mine anti uomo devono essere banditi. Chiediamo che i nostri governi operino insieme al fine di risolvere i conflitti senza usare la violenza e che essi includano a pieno titolo le donne nelle iniziative per la costruzione di pace e la risoluzione dei conflitti. Per impegnare le rispettive commissioni a misurare e valutare il lavoro sottopagato delle donne e a calcolarlo nelle previsioni del Pil di ciascuna nazione. I modelli dominanti di sviluppo si sono basati sullo sfruttamento delle risorse del Sud da parte del Nord e sul trasferimento delle idee, tecnologie e metodologie dal Nord verso il Sud. Noi dobbiamo costruire in base ai modelli}i alternativi che già esistono sia al Nord che al Sud, che siano fondati sull'eguaglianza, reciproco rispetto, vera partecipazione e che tengano conto di tutte le donne. Questi modelli devono essere economicamente e socialmente equi e rispettosi del contesto ambientale. Tutti i progetti di sviluppo devono tener conto degli effetti sulle donne includendo il lavoro a,aggiuntivo imposto loro da una insostenibile e inappropriata tecnologia. Le donne delle Ong del mondo si appellano a tutti i popoli e governi perché riconsiderino e trasformino radicalmente concetti, impostazioni e strutture nel governare la vita economica e sociale e per agire in base alle nostre raccomandazioni. Questo processo richiederà la piena ed uguale partecipazione di donne di tutte le diversità di razze, background, donne anziane donne indigene, donne delle campagne e delle città, donne disabili, immigrate ed emigrate, rifugiate, donne profughe, donne di diversi orientamenti sessuali e tutte le donne emarginate.

Noi chiediamo:

  • Accesso per le donne alle strutture politiche a tutti i livelli e un rafforzamento (empowerment) ai livelli decisionali della politica, in forma egualitaria. Le istituzioni nazionali ed internazionali devono diventare responsabili, trasparenti ed avere una forma di partecipazione aperta. Le donne devono avere libero accesso alle diverse e pluralistiche risorse dell'informazione e dei media che siano culturalmente e linguisticamente idonei a dare e ricevere informazione. I governi devono sostenere le Ong e garantire la loro piena partecipazione nella pianificazione e sviluppo di programmi e politiche.
  • Riconoscimento, protezione, risarcimento finanziario, altri tipi di assistenza, status legale per i milioni di donne e bambini, vittime del nucleare o di altre catastrofi ambientali, molte di esse vittime o orfane che sono state costrette a diventare immigrate, emigrate, rifugiate, profughe o forzate a condizioni di schiavitù sessuale come risultato della guerra, dell'occupazione straniera, di ingiustizie politiche e socioeconomiche. Ogni sforzo dovrà essere fatto per proteggere le popolazioni civili dagli effetti negativi di sanzioni economiche che compensano i loro diritti economici e umani.
  • Accesso ad un sistema sanitario universale, di alta qualità, non discriminatorio, che usi tutte le grandi diverse possibilità disponibili nei vari sistemi mondiali in luogo della superdipendenza attuale dai medicinali che curano in eccesso e ammalano i corpi delle donne. Noi richiediamo a tutti i governi di sponsorizzare e sostenere la ricerca per il controllo delle donne nella prevenzione e cura dell'Hiv/Aids, per proibire ogni forma di discriminazione di donne affette da queste malattie e per garantire loro l'accesso alla formazione, cura, sostegno e trattamento per Hiv/Aids.
  • Sviluppo e sostegno di azioni positive sia nel privato che nel pubblico per assicurare l'eguaglianza delle donne.
  • Cambiamento da parte dei media dell'uso negativo, sessualizzato, dell'immagine di donne e bambini e dello sfruttamento che se ne fa; che venga trasformato in positivo nel rispetto della nostra dignità e diversità.
  • Una nuova forma di educazione per tutti i bambini, a cominciare dal primo livello, per sensibilizzarli riguardo ai diritti umani, alle questioni relative al genere, alla soluzione non violenta dei conflitti, sollecitando il bisogno di pace nel mondo.
  • Una piena utilizzazione del decennio delle Nazioni unite per "l'educazione ai diritti umani" centrata sulla prevenzione delle violazioni dei diritti umani contro le donne.
  • Nuove e aggiuntive risorse finanziarie e tecniche per utilizzare con pieno successo i piani e gli impegni assunti in occasione delle Conferenze di Nairobi, Rio de Janeiro, Vienna, Cairo, Copenaghen e Pechino, affinché gli stati membri adempiano gli obblighi assunti con la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.


Noi chiediamo che si ponga fine allo stupro e a tutte le forme di violenza sessuale, sfruttamento e molestia di donne e bambini, inoltre chiediamo la fine del traffico delle donne e dei bambini così come del turismo sessuale.
Ci impegniamo per queste trasformazioni in uno spirito di servizio verso l'umanità a fianco della gioventù come agente di cambiamento, avendo a cuore i nostri figli, nipoti e le future generazioni. Noi siamo convinte che allorché le donne otterranno piena ed eguale partecipazione in tutte le questioni che riguardano il pianeta la pace potrà essere realizzata ed assicurato il benessere di ciascun individuo.
Noi riaffermiamo che i diritti delle donne sono diritti umani.
Questo documento è il risultato di tre giorni di consultazioni tra le Ong presenti a Pechino. Ci auguriamo che rifletta l'essenza del pensiero delle Ong del mondo. Speriamo che gruppi e singole lo approvino e inviino suggerimenti.

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