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Handicap
Attivazione di un accordo con l'Associazione Industriale di Brescia
  A seguito dell'approvazione della legge 68/99, si stanno definendo i primi accordi provinciali da stipularsi fra le associazioni industriali e i consorzi di cooperative sociali.

Come nasce un accordo
Riteniamo si stia preparando un momento di grande cambiamento nel mondo del lavoro, caratterizzato da nuove sfide e opportunità anche per la cooperazione sociale che, fin dalla nascita, ha contribuito, forse in modo poco codificato ma determinante, alla creazione di nuovi posti di lavoro specie per persone svantaggiate. Certamente il rinnovato quadro normativo con la riforma del collocamento e in particolare con la legge 68/99 può stimolare le cooperative sociali verso nuove sfide sia imprenditoriali sia sociali.
La realtà bresciana è senza dubbio caratterizzata da una forte presenza di cooperative di inserimento lavorativo che si propongono come imprese in grado di offrire prodotti e servizi qualitativamente apprezzabili e apprezzati dal mercato. Altrettanto forte e significativa è la rilevanza del mondo industriale rappresentato in grande maggioranza da realtà produttive medio-piccole. Analizzata la legge con particolare attenzione al Capo IV "Convenzioni e incentivi", preso atto della presenza sul territorio di due interlocutori, in grado potenzialmente di porsi in posizione di reciproca fiducia, Sol.co Brescia ha proposto e ottenuto nel maggio dello scorso anno dall'Associazione Industriali bresciana di siglare un accordo quadro, formale e concreto riconoscimento del mondo della cooperazione sociale da parte del mondo industriale. In sostanza Aib e Sol.co Brescia hanno definito una nuova opportunità operativa, finalizzata a un vero pragmatismo, lontano dalle facili dichiarazioni di principio spesso inefficaci.
Presupposto dell'accordo quadro è la convenzione che solo attraverso la partecipazione attiva e volontaria sia possibile inserire con successo soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro. Attraverso tale intesa, le aziende dell'associazione industriale possono rivolgersi alle cooperative sociali aderenti al consorzio, per selezionare e assumere soggetti che, pur a fronte di handicap, hanno saputo acquisire una professionalità adeguata a ricoprire le mansioni disponibili.
Quindi l'applicazione pratica di questo accordo agevolerà la positiva attuazione della nuova legge negli articoli relativi alle convenzioni (art.11 e art.12) e alla possibilità di chiamata nominativa di persone disabili, che la nuova legge permette in modo ampliato.
La convenzione
Dato il quadro normativo e produttivo della provincia bresciana e valutata la disponibilità delle rispettive imprese a sperimentarsi sull'ipotesi di convenzioni previste dallìart.12, Sol.co Roma in stretta collaborazione con Aib ha predisposto una bozza di convenzione tra Centri per l'Impiego e azienda che permetta l'attuazione del dettato normativo. Questa convenzione in base alla quale la singola impresa assegna una commessa di lavoro alla cooperativa sociale che inserisce temporaneamente il disabile destinato a essere integrato stabilmente al suo interno, secondo la legge deve essere emessa dai Centri per l'impiego provinciali per cui è stata resa nota presso la Provincia allo scopo di essere recepita in toto o in parte, come modello o facsimile.
E l'operatività
I due punti precedentemente trattati si inquadrano in un discorso generale di opportunità strategiche, di instaurazione di rapporti, di quadro normativo. A livello più operativo Sol.co Brescia ha pensato e proposto ad alcune cooperative sociali di tipo B nella zona sud-est della provincia, un progetto che miri alla concreta attuazione delle opportunità offerte dalla riforma del collocamento obbligatorio. E' nato così il Progetto "Integrazione lavoro", progetto gestito e coordinato da cinque cooperative sociali di tipo B aderenti al Consorzio: Approdo di Molinetto di Mazzano, La Cascina di Desenzano, Solidarietà Malerbiese di Manerbio, Selene e Tenda Verde di Montichiari. Il progetto si propone di raggiungere alcuni obiettivi agendo a livello locale su una zona di circa 40 comuni della provincia, specie mediante l'instaurazione di rapporti di conoscenza e di fiducia con gli interlocutori principali del progetto stesso.
Partiamo dagli obiettivi: il progetto intende raccogliere i bisogni occupazionali delle persone svantaggiate, offrire loro dei posti di lavoro nelle cooperative sociali , predisporre percorsi di formazione e riqualificazione professionale e infine favorire l'uscita della cooperativa sociale a l'ingresso nel mondo imprenditoriale. Per attuare questo ambizioso progetto si è scelto un unico operatore per tutte le cooperative, si è aperto al pubblico uno sportello, luogo di incontro tra domanda e offerta di lavoro, si è studiato un apposito programma informatico disponibile ai soggetti pubblici e privati interessati , si sono resi disponibili posti di lavoro presso le cooperative sociali, luoghi per lo svolgimento dello stage, posti di lavoro riservati tramite le convenzioni con gli enti pubblici.
La parte più importante dell'iniziativa, garanzia della sua durata ed efficacia, riguarda il mantenimento del flusso di uscita delle persone dall'esperienza di inserimento lavorativo in cooperativa verso l'esterno.
I fattori che possono agevolare questo percorso, in sintesi sono:

  • La valorizzazione delle abilità residue
  • L'acquisizione di competenze e professionalità
  • L'adeguamento del posto di lavoro
  • L'applicazione della legge 68/99
  • La messa a punto di rapporti privilegiati e di fiducia con il mercato del lavoro.

Relativamente a questo ultimo punto è evidente l'importanza di farsi conoscere sul territorio come agenti di cambiamento, come realtà degne di fiducia da parte del mondo imprenditoriale, in quanto in grado di offrire un servizio utile, strategico e di elevato valore etico e morale.

da Impresa Sociale 50/2000, pag.40 Bruna Morandini

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