In un paese in cui l'unica risorsa è il cotone, in attesa che le
multinazionali estraggano anche l'oro nero e i minerali rari, e
nel quale le entrate servono a pagare i debiti, lo Spider è stato
il primo cybercafè del Mali e anche il primo provider. Il problema
maggiore è rappresentato dalle linee telefoniche: l'80% del paese
è scoperto, motivo per il quale la metà degli abbonati al nuovo
provider ha disdetto l'abbonamento. La domanda che ci si pone riguarda
la possibilità economica per tutti gli africani di viaggiare in
internet. La navigazione in rete è ancora costosa: il costo orario
si aggira attorno alle sei mila lire quando una giornata di un lavoratore
medio viene retribuita con quattro mila lire. Il problema più grave
rimane il telefono: anche se si diffondono i cybercafè e si moltiplicano
le cabine pubbliche che offrono un collegamento con il mondo, sussistono
problemi legati alla comunicazione in un paese nel quale coesistono
quindici lingue diverse. Per far fronte alla copertura del territorio
si è pensato ad un piano radicale e tecnologico, un programma di
telecomunicazioni satellitare. Ma il punto è: chi paga? Soprattutto
è una reale domanda di mercato o si tratta di bisogni? L'africa,
che ignora satelliti e statistiche, reclama la sua parte di tutto,
non solo di telefono e internet.
Il Sole-24 Ore - venerdì 22 settembre 2000
|