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Dati
Città di Torino: "Rapporto finale Agosto 2000" - Riflessioni
 
Riflessioni

Al termine della lettura dei dati, commentati nelle pagine precedenti, possono essere confermate le valutazioni riportate nel report del 1998:

"La filosofia che ha ispirato l'analisi qui presentata ed anche l'atteggiamento generale dell'Ufficio Cooperazione Sociale B, consiste nel considerare la Qualità come l'insieme dei comportamenti di coerenza e trasparenza.
Alle Cooperative Sociali viene cioè chiesto di offrire un prodotto di Qualità, sia per quanto riguarda la dimensione tecnica, sia per quella sociale, e questo accade se le Cooperative "fanno ciò che dicono" e "dicono ciò che fanno". Cioè se mettono concretamente in pratica quanto dichiarano nelle offerte, attraverso le quali si aggiudicano gli appalti, e quanto è loro imposto dalle norme che ne regolano l'esistenza (leggi, contratti collettivi di lavoro, statuti, ecc.); dall'altra parte se rendono visibile il loro concreto modo di operare soprattutto quando affrontano situazioni molto particolari - e trattando con persone svantaggiate succedono spesso - che richiedono rapidità di decisione e flessibilità anche nell'interpretare le norme.
I dati commentati esprimono la realtà a partire dal versante quantitativo del "progetto Sociale", ma è questo il compito specifico dell'Ufficio Cooperazione Sociale, rimanendo impegno dei Servizi segnalanti la verifica in profondità delle situazioni concrete.
Alcuni indicatori segnalano comunque buoni livelli di qualità.
Per la parte dei lavoratori svantaggiati si tratta di:

  • valori assoluti dei soggetti svantaggiati inseriti;
  • rapporto percentuale tra lavoratori svantaggiati ed ordinari;
  • distribuzione delle tipologie di svantaggio tra le cooperative e rapporto con i Servizi segnalanti;
  • possibilità di sviluppo di carriera;
  • aumento progressivo del monte ore settimanale di lavoro.

Dal lato dei lavoratori ordinari si tratta innanzi tutto della disponibilità, da parte delle cooperative, a lasciarsi osservare, e poi:

  • valori assoluti delle assunzioni;
  • grande attenzione per le fasce deboli del mercato del lavoro."

Si conferma perciò la validità del sistema degli inserimenti lavorativi promosso dalla Città di Torino.
A questo punto è possibile individuare alcuni nodi critici sui quali è possibile orientare le riflessioni e le azioni future.

  • i servizi ausiliari nelle scuole
    Come già detto nel capitolo sugli appalti, per il peso che hanno tali lavori nel sistema, è questo un aspetto che richiede molta attenzione, che già si sta affrontando e che dovrà trovare una soluzione per l'anno scolastico 2000/2001.
  • il Piano Esecutivo di Gestione
    E' ormai diventato necessario che la possibilità di realizzare procedure contrattuali per gli inserimenti lavorativi non sia lasciata alla buona disponibilità dei responsabili dei vari Settori, ma sia programmata e che si introduca una prassi per la quale in ogni esternalizzazione ci si ponga la domanda se è possibile e valido inserire clausole per l'inserimento lavorativo.
  • la cultura delle politiche attive del lavoro Se il problema del lavoro è uno dei nodi centrali della nostra società, è importante che si diffonda una attenzione non solo alla qualità del prodotto, ma anche alla qualità del lavorare, e che si promuova il riequilibrio delle opportunità di occupazione tra fasce forti e deboli del mercato del lavoro. Questo modo di pensare ha molte possibilità di dare buoni risultati se permea tutti i Settori degli Enti Pubblici, non solo quelli che hanno un mandato specifico.
  • gli Enti appaltanti
    E' auspicabile che si realizzino azioni di partnership operativa tra gli Enti che promuovono gli inserimenti lavorativi. Città di Torino, AMIAT, ATM, ATC, ASL devono trovare momenti comuni di confronto, ed in particolare le Aziende Sanitarie devono appropriarsi della prassi degli inserimenti lavorativi perché, oltre che essere un vantaggio per i cittadini loro utenti, lo diventa per le stesse organizzazioni.
  • la continuità del progetto personalizzato di inserimento lavorativo
    Sarà necessario riprendere la riflessione sul modo migliore per garantire continuità dei progetti di inserimento delle persone svantaggiate quando si verificano cambi di impresa nella gestione di un appalto. Non sono sufficienti le semplici tutele giuridiche che garantiscono livelli contrattuali identici in entrambe le imprese, perché la dimensione relazionale all'interno delle squadre e con l'organizzazione di lavoro spesso ha più importanza ed è questa che determina il successo dell'inserimento.
  • il Regolamento
    Il Regolamento, approvato nel dicembre 1998 dal Consiglio Comunale, ha mostrato la sua piena validità nel consolidare il patrimonio di azioni accumulate nel corso degli anni, talvolta in modo confuso ed improvvisato, dal sistema degli inserimenti lavorativi. Mentre il Titolo II, relativo alle convenzioni con le cooperative sociali B, è stato ampiamente ed utilmente usato, il Titolo I, che riguarda i contratti per il servizio di inserimento lavorativo, è servito solo al rinnovo di affidamenti che, nati come convenzioni con cooperative ed avendo superato la soglia dei 200.000 Euro, dovevano essere gestiti conformemente alla disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione. E' mancato quindi uno sviluppo del sistema soprattutto nel coinvolgimento delle imprese profit.
    E' utile perciò riprendere quanto affermato nella narrativa della Deliberazione del Consiglio Comunale che ha approvato il Regolamento:

    "I1 Comune di Torino si impegna a istituire una sede di confronto e verifica con le organizzazioni di rappresentanza coinvolte nell'applicazione del presente atto, attraverso incontri a scadenze periodiche programmate, promuovendo inoltre annualmente momenti di formazione per dirigenti e funzionari dell'Amministrazione responsabili dei Servizi che segnalano i destinatari dell'inserimento lavorativo, responsabili ed operatori delle imprese rappresentanti delle associazioni dei destinatari degli inserimenti predetti."

  • la partnership con la cooperazione sociale di inserimento lavorativo Sono passati più di 5 anni dalla firma del Protocollo d'Intesa tra la Città di Torino e le Associazioni delle Cooperative, ciò che è stato sottoscritto nel 1995, anche se ancora valido nella sostanza, avrebbe bisogno di essere riconfermato ed aggiornato.
    • Le cooperative sociali B in questo periodo sono notevolmente cambiate in dimensioni e cultura d'impresa, come si è visto dai dati della ricerca, diversificandosi anche tra loro, e rischiando di presentarsi come semplici imprese che vendono servizi;
    • la nuova legge sul "collocamento obbligatorio" introduce nuove opportunità che vanno gestite con attenzione;
    • la Città non svolge più quella funzione di promozione della cooperazione che si era assunta 5 anni fa e rischia di considerare le cooperative sociali come delle semplici imprese dalle quali acquistare servizi.
  •  

    E' possibile riprogettare un rapporto di partnership su livelli più maturi a partire dall'interesse comune che è ancora quello individuato dal convegno del 1997: il diritto al lavoro per le persone svantaggiate


La progettazione, l'elaborazione dei dati e la stesura del rapporto finale sono stati realizzati da Sergio Baudino. La raccolta e l'inserimento dati sono stati curati da Enrica Giglio.

Città di Torino
Disione Economia e Sviluppo
Settore Lavoro, Sviluppo, Orientamento e Formazione Professionale - Ufficio Cooperazione Sociale B e Contratti di Inserimento
C. Ferrucci, 122 - 10141 Torino
tel. 011/4425960 - fax 011/4425930
e-mail: ul85739@comune.torino.it

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