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Legislazione
Il contesto internazionale
  Il quadro internazionale del 2000 appare in netto miglioramento, trainato dal protrarsi dellâandamento positivo dellâeconomia americana e del consolidamento della ripresa delle economie asiatiche.

Questo miglioramento si riflette nellâincremento del PIL dei paesi industrializzati che a fronte di una variazione del 2,9 per cento per il 1999 fa prevedere par il 2000 una variazione del 3,6 per cento. In questo quadro positivo la crescita dellâarea dellâEuro  particolarmente significativa, presentando un incremento della variazione del PIL doppio rispetto allâinsieme dei paesi industrializzati (dal 2,3 del 1999 al 3,3 del 2000). La ragione principale di questa performance europea  dovuta soprattutto alla forte espansione del commercio mondiale, anche se la forte accelerazione degli scambi si combina con lâincremento dei prezzi delle materie prime. In particolare, come  noto, il prezzo del petrolio  progressivamente lievitato nel corso del 1999, proseguendo la sua tendenza al rialzo nei primi mesi del 2000, anche se le aspettative del secondo semestre sono di un progressivo rientro delle quotazioni. Le aspettative di crescita e di sviluppo del commercio mondiale sono previste, pur se in misura minore, anche nel medio periodo. Ci˜ avverrˆ in un quadro di decelerazione dellâeconomia statunitense che tenderˆ a perdere in suo ruolo trainante e di consolidamento dellâarea dellâEuro.
Il quadro di stabilizzazione dellâEuropa  scandito, dal 1999, dal patto di stabilitˆ e crescita costituito, come  noto, da una risoluzione che ne fissa la cornice politica e da due regolamenti che stabiliscono il rafforzamento delle politiche economiche e le procedure contro i disavanzi eccessivi. Ogni anno tutti i governi partecipanti allâEuro sono tenuti a rendere pubblici gli aggiornamenti di tali programmi, finalizzato ad esporre le strategie per arrivare allâazzeramento dellâindebitamento netto della Pubblica Amministrazione. LâItalia evidenzia una forte flessione di questo indicatore che da un valore negativo superiore al 9 per cento, in termini di PIL, nel periodo 1991-1995, realizzerˆ il pareggio nel 2003 (lo scarto  nettamente superiore rispetto al 4,9% rappresentato dalla media di partenza della zona Euro). La forte flessione dellâindebitamento netto dellâItalia pu˜ essere colto con maggiore evidenza se si considera la media del periodo 1996-1999, pari al 3,6%, e il percorso fissato nel programma di stabilitˆ per il periodo 2000-2003 che prevede rispettivamente il raggiungimento dellâ1,5% nel 200, dellâ1% nel 2001, dello 0,6 nel 2002, per giungere allâavanzo dello 0,1 nel 2003.
Lâaltro parametro fondamentale, oltre allâindebitamento , come  noto, il rapporto debito/PIL. LâItalia presenta, da questo punto di vista, una performance non indifferente, avendo ridotto il rapporto di 11,5 punti percentuali tra il 1995 e il 2000. Eâ noto, peraltro, che il debito rappresenta per l'Italia ancora il 114% del prodotto interno lordo, circa il doppio rispetto agli altri paesi europei. Ci˜ comporta un onere per il servizio del debito circa doppio rispetto a quello degli altri paesi con cui dobbiamo competere. Si tratta ogni anno di circa, 60-70.000 di risorse che devono essere sottratte alla disponibilitˆ dellâeconomia e che, se disponibili, consentirebbero una ancor pi forte riduzione del prelievo fiscale e contributivo o alternativamente, un forte incremento della spesa per investimenti. FinchŽ il debito non sarˆ riportato a livelli adeguati lâItalia dovrˆ operare con un handicap non trascurabile che pu˜ condizionare le capacitˆ di crescita.
A partire dal consiglio europeo di Cardiff del giugno 1998, gli stati dellâunione hanno stabilito la necessitˆ di intensificare la cooperazione in materia di politiche economiche, prevedendo lâadozione annuale di "indirizzi di massima". Questo processo ha consentito lâavvio della modificazione dei quadri normativi dei vari paesi, orientandoli verso una maggiore concorrenza nel mercato dei beni e maggiore flessibilitˆ ed attivazione di politiche nel mercato del lavoro. Gli indirizzi di massima, fissati da ultimo nel giugno del 2000, prevedono: il ritorno alla piena occupazione, la transizione ad unâeconomia fondata sulla conoscenza, le conseguenze del rapido invecchiamento della popolazione e il miglioramento della coesione sociale. Per la loro attuazione particolare enfasi viene posta sugli investimenti del capitale umano, nella ricerca e sviluppo, nellâinnovazione e nelle tecnologie dellâinformazione.


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